Ora attendiamo dall’amministrazione un concetto completo per cui si affidi anche alla consulenza di esperti autonomi. Non basta analizzare l’acqua e tagliare le piante acquatiche meccanicamente e tralasciare tutto il resto. Recentemente la giunta provinciale ha dato l’ok per l’acquisto di una barca falciatrice più grande e a tal fine mette a disposizione quasi 500.000 euro di soldi pubblici. È un primo provvedimento ma sicuramente non esauriente. L’intera area dovrà essere considerata e tutti gli influssi anche dalla campagna limitrofa. L’insabbiamento che da anni rende il lago sempre meno profondo è dovuto anche al concime impiegato nei frutteti vicine. Gli agricoltori interessati dovranno partecipare all’elaborazione di una soluzione.
Se la calda estate 2015 ha scaturito una sensibilità negli amministratori e amministratrici e forse fa cambiare loro il modo di pensare, possiamo ancora salvare il salvabile ma solo se i provvedimenti da prendere giovino al lago anche per lunghi periodi.
Proprio nel “trend” dell’attuale conferenza sul clima di Parigi: non siamo poco prima della catastrofe, siamo all’orlo di un precipizio e forse è l’ultima occasione. Il lago fa guadagnare tanti soldi ad alcuni ma ora ha bisogno di un tributo.