Diario dalla Svizzera – ultima parte
dopo
due giorni d'avventura e interessanti il terzo giorno abbiamo
raggiunto Bremgarten, una cittadina romantica nel cantone di Argovia
con 7.600 abitanti, paragonabile a Caldaro. Visto che la stazione
ferroviaria originaria non era stata costruita nel centro città nel
1902 fu costruito un tram elettrico Bremgarten – Dietikon (BD)
attraversando il Passo Mutschellen. Gli argomenti espressi da coloro
che sono contrari ad un trenino per l'Oltradige, secondo cui “un
tram occuperebbe troppo spazio”, vengono debilitati dalla stessa
BD: nel Dietikon la BD corre
vicino al traffico
automobilistico e per brevi tratti anche contro il flusso delle
autovetture.
“Per
garantire un'offerta ottimale servono due binari”: anche se tra
Bremgarten e il Dietikon c'è un unico binario con un secondo binario
solo per 2,7 km al centro del percorso, negli orari di punta viene
garantito una frequenza di 15 minuti e negli orari normali ogni 30
minuti, incluso un servizio
notturno nei fine-settimana.
“La
salita nel tratto Warth è insuperabile”: la BD supera serpentine
strette e un dislivello del 56 per mille. Nel 2010 sono stati forniti
locomotori e snodabili da Stadler (il costruttore che ha fornito i
vagoni del treno della Val Venosta). Nel 2012 sul tratto ferroviario
lungo 18,9 km sono stati trasportati 3,3 milioni di passeggeri.
L'offerta attrae
la richiesta! La zona raggiungibile con il treno si è sviluppata in
un abitato dei più belli e costosi della periferia di Zurigo e forse
anche per questo motivo c'è una carrozza di prima classe e accesso
W-Lan in tutto il treno.
A
Dietikon è garantita una connessione con con la “S-Bahn”
di Zurigo e a Wohlen con
l'orario coordinato dei treni svizzeri.
E c'è
un ulteriore offerta: le carrozze storiche della BD durante i
percorsi di delizia possono essere noleggiati da privati, incluso
pacchetto VIP. Tutte queste informazioni sono disponibili anche
all'indirizzo: www.bdwm.ch
per la Dorfliste Kaltern
Caldaro: Martin Aufderklamm
Irene Hell –
Harald Weis – Heidi Egger
Foto:
il treno nuovo e quello storico
© Martin Aufderklamm